Due volte l’anno, quando il tempo e le stagioni cambiano, assistiamo al grande fenomeno della migrazione degli uccelli. A milioni lasciano le regioni settentrionali, occidentali, orientali dell’Europa per volare a Sud e trascorrere l’inverno in Africa. Torneranno alla fine dell’inverno quando le condizioni climatiche e la disponibilità di cibo permetteranno una sicura nidificazione e quindi la sopravvivenza della specie.Il numero dei volatili interessati è stupefacente. Si stima che, ogni anno, circa cinque milioni di uccelli appartenenti a circa 150 specie inizino in autunno il viaggio dall’Europa verso l’Africa sub-sahariana. Milioni di uccelli scendono verso sud per svernare in Europa ed altri milioni attraversano il continente da est ad ovest per godere degli inverni più miti della costa atlantica. In Europa oltre l’80% delle 400 specie di uccelli che nidificano sono migratrici. Alcuni possono volare ininterrottamente per quattro giorni e quattro notti di fila e percorrere circa 3000 Km nei giorni di tempo mite. Durante il viaggio gli uccelli incontrano molti ostacoli, per buona parte dovuti all’uomo (bracconaggio, trappole, pesticidi ecc.). Per essi sono vitali non solo le aree di riproduzione e di svernamento ma anche le zone in cui sostano per riposarsi e per fare scorte alimentari. Come gli uccelli riescano a raggiungere gli stessi posti ogni anno è stato per lungo tempo un mistero. Allo stato delle conoscenze attuali, si ritiene che gli uccelli siano in grado di orientarsi, durante la navigazione, usando riferimenti naturali come la posizione del Sole e delle costellazioni, la morfologia dei territori attraversati e la direzione del campo magnetico terrestre.

Come soccorrere un volatile ferito

       “Primum non nocere”. Non improvvisarsi veterinari ma attenersi a queste semplici regole:

 

   1) fare bere l’animale mettendogli il becco sotto il rubinetto o iniettandogli con una siringa (senza ago)

       una soluzione di acqua e zucchero;
   2) disinfettare la ferita con acqua ossigenata, non utilizzare alcool;
   3) evitare che insetti si posino sulla ferita;
   4) in caso di ali spezzate limitarsi a delle fasciature con garze senza fissare l’ala al resto del corpo;
   5) mettete l’animale in una scatola di cartone con adeguati fori per l’aerazione e dei fogli di giornale sul

       fondo;
   6) contattare la più vicina associazione (WWF, LIPU etc.) o il Corpo Forestale o la Ripartizione Faunistico

       Venatoria.
 

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